21.12.09

la notte più lunga dell'anno

Shab-e Yalda

La vigilia della nascita di Mithra, il Dio del Sole Shab-e Yalda o Shab-e Celleh (la notte di Yalda o di Celleh) quest’anno si celebra il 20 dicembre. E’ la notte del solstizio d’inverno, quella più lunga di tutto l’anno, e ha un significato simbolico molto importante nel calendario iranico.

La mitologia vuole che corrisponda alla vigilia della nascita di Mithra, il Dio del Sole, colui che rappresenta la luce, la bontà e la forza della terra, e il suo trionfo sul potere dell’oscurità. Quindi Shab-e Yalda o Celleh è sinonimo dell’inizio di un nuovo periodo di gioia e di luminosità, un punto di svolta a partire dal quale i giorni incominciano ad allungarsi e a sopraffare la buia notte.

Il culto del Dio Sole fu introdotto nell’antica Persia migliaia di anni fa attraverso le migrazioni degli Ariani che si insediarono in quelle terre e Mithra continuò ad essere un potente simbolo religioso anche nei secoli a venire, sopravvivendo alle altre religioni, la mazdaica prima e l’islamica poi.

Durante il periodo del primo grande impero persiano, quello Achemenide, Mithra divenne la divinità principale insieme ad Ahura Mazda (il Dio della bontà) e ad Anahita (la Dea delle acque e della fertilità). Nell’era seguente, quella dell’impero Sassanide, quando lo zoroastrismo mazdaico divenne la religione ufficiale della Persia, la sua importanza rimase immutata, come documentato dai diversi bassorilievi presenti nelle vicinanze di Persepolis.

La leggenda vuole che Mithra nasca dalla luce proveniente dalle montagne che si trovano a nord dell’Iran, la catena di Alborz, di cui Damavand (5671 m.) è la vetta più alta, e che gli antichi iraniani si riunissero nelle caverne di questa montagna per tutta la lunga notte a celebrare insieme il miracolo della luce.

Nella poesia persiana, Shab-e Yalda o Celleh ricopre una ben specifica simbologia, interpretabile come la separazione dall’amato e la solitudine. Superata questa lunga notte, si realizza la metamorfosi, poiché l’attesa è terminata e la luce riprende a splendere, facendo prevalere il bene sul male.

Nell’Iran contemporaneo, nonostante l’avvento dell’Islam monoteista, Shab-e Yalda o Celleh è ancora ampiamente festeggiata in tutte le famiglie. E’ il momento in cui i parenti e gli amici si riuniscono intorno alla persona più anziana della famiglia, la quale ha il compito di intrattenerli fino allo scoccare della mezzanotte narrando favole e leggendo antiche poesie, in special modo quelle del venerato poeta Hafez.

Nelle differenti regioni dell’Iran, questa notte è celebrata con rituali più o meno simili. Non mancano mai la frutta fresca, quella secca e tostata, e in particolar modo il melograno e l’anguria.
Quest’ultima, frutto tipicamente estivo, a fine stagione viene appesa in apposite reti nelle cantine delle case per tutto l’autunno in modo che mantenga la sua consistenza e possa essere consumata nella notte di Shab-e Yalda.

Il colore rosso del melograno e dell’anguria simboleggia la tinta cremisi dell’alba e lo splendore della vita nascente.


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